Temevo l’avvicinarsi del momento. La consapevolezza di esserne, insieme, all’altezza e per ciò stesso prossimo alla caduta. E con l’incognita di chi ascoltava la storia per la prima volta.
Sentivo che stava succedendo qualche cosa di straordinario. Lo stringevo fra le braccia come un bimbetto, eppure mi sembrava che scivolasse verticalmente in un abisso, senza che io potessi fare nulla per trattenerlo…
Ecco, il destino di ogni fiaba, che incominci a scivolare sotto di noi, non vista, allontanandosi in punta di piedi.
“Sarà talmente divertente! Tu avrai cinquecento milioni di sonagli, io avrò cinquecento milioni di fontane…” E tacque anche lui perché piangeva. “E’ là. Lasciami fare un passo da solo”.
La voragine di ogni lettore, il gorgo orrido sul cui margine si combatte la battaglia per la vita, pur essendoci giunto battendo ogni onda con remate possenti.
Non ci fu che un guizzo giallo intorno alla sua caviglia.
(…)
Rimase immobile per qualche istante. Non gridò.
(…)
Cadde dolcemente come cade un albero.
(…)
Ho ingoiato un singhiozzo, l’ultima frase sospesa. Addio, piccolo principe, per fortuna Alice si era già addormentata da un pezzo.
—
che bello….
… facile, sulle spalle dei giganti. 🙂
ci sono per questo…no?
e se no…a che servirebbero?
Ci sono, anche per questo, sì.
ecco…
Il Piccolo Principe mi ha sempre straziato. Ogni volta che lo vedo con quel corpicino mi provoca struggimento.
Eh sì.
Strazio sembra una parola dura, ma è l’unica possibile.
ciao 🙂
Il piccolo principe… l’ho amato tanto. 🙄
“Pi viautri chi puru vuliti beni, comu pi mmia, tuttu cancia nta ll’universu si a quarchi banna, ‘un si sapi unni…. Taliati ‘u celu e dumannativi..
Ma i ranni mai e poi mai capiscinu chi avi tanta ‘mpurtanza!…
L’essenziali è ‘nvisibili all’occhi”
Grazie per avermelo fatto ricordare…
grazie davvero 🙂
Grazie a te per avermelo tradotto, in una lingua così sorprendente.
Il siciliano è parte di me. 🙂
Grazie per la Tua visita al mio blog
a presto
una vita che non mi lo rileggevo. le emozioni che “resuscita” sono pur sempre giovani ed innocenti, come lui. lo prendo come un segno positivo.
ehm …”che non lo rileggevo…” c’è un mi di troppo…
Eh sì, scoglio, un classico intramontabile.
mai avuto velleità di scrittrice, ma credimi, l’avrei voluto scrivere io. no, mi correggo, volevo esser lui, lì nel deserto a parlare con il piccolo principe.
“Il piccolo principe” è un grande, piccolo esercizio di vita.
Uno di quei cammini lungo la strada che riporta all’infanzia perduta.
Eppure prima o poi lo leggerò anche io! Mi vergogno troppo per non averlo ancora fatto!
Lo prendo come un impegno.
Anzi, mi aspetto che tu questa sera lo abbia al tuo fianco sul comodino.
Sarà fatto;)
Andata. 😉