Quel pomeriggio, al tavolino del bar, rimasi qualche minuto da solo. A sognare. Una vita diversa e una sospensione diversa della vita. Lei era insieme le due cose e non me ne stupii, avendo sempre saputo che prima o dopo l’avrei incontrata, colei che si sarebbe presa cura di me. Cominciai a immaginarla più grande, agghindata come una donna, lontana dalle mode, ma elegante nella sua flagrante inattualità. Mi sentii sollevato, a quella fantasticheria, mentre gli occhi di lei mi scrutavano perplessi e curiosi, una volta tornata al tavolo.
Mad si era alzata per lavarsi le mani.
Io mi ero alzato in volo.
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