L’importante è partecipare

Qualche settimana fa un’amica, avendo scoperto da poco che scrivo poesie, mi ha segnalato un concorso tra i tanti pubblicizzati in Rete. Non nutrendo grande fiducia in questo genere di occasioni me ne sono sempre tenuto lontano, probabilmente a torto, perché in fondo mettersi alla prova è sempre il primo passo di una nuova esperienza e, magari, di nuove conoscenze.

Riluttante, sono andato a leggermi il regolamento del concorso, aperto da una casa editrice “con esperienza ventennale” e che come presidente onorario vanta la figura di un “poeta, saggista, scrittore, ecc.” di un certo peso. Il sito web e la presentazione della casa editrice non mi sono piaciuti affatto, respirando di primo acchito aria da dilettanti ma, mi sono detto, è un pensar male regolato dalla mia supponenza di poeta che non ama sporcarsi le mani. Anche il regolamento lascia alquanto a desiderare, secondo i miei canoni: ogni partecipante può inviare una poesia a scelta e l’autore della migliore vincerà un premio in denaro. Ammetto che quest’ultimo particolare mi ha attratto come il fantomatico biglietto vincente della lotteria, che di questi tempi farebbe tanto comodo a chi, come me, non arriva a fine mese.

Mi sono chiesto: una sola poesia è sufficiente a istituire una sorta di classifica premiante? Non è oggettivamente poco e, per di più, il semplice form da compilare online non è un buon motivo per attrarre schiere di poeti e poetesse della domenica, con tutto il bene che voglio loro? La classica busta da spedire, affrancata e piena di fogli stampati o battuti a macchina, non è forse ancora un buon filtro? Va bene, mi sono detto, bando ai dubbi e, guidato dall’esigenza di non far cadere nel vuoto il gesto caro della mia amica, ho compilato il form e spedito una poesia di soli quattro versi. Amen.

Alcuni giorni dopo ho ricevuto una telefonata da parte di una signora gentile e interessata che si è presentata come facente parte del comitato direttivo della casa editrice. “La poesia che abbiamo ricevuto farà la sua strada nel concorso, ma ci tenevo a dirle che l’abbiamo trovata particolarmente interessante, originale”. E già sento puzza di bruciato, sento che oltre a interessante e originale essa non è niente. “Lei ha scritto molte poesie?”. Ho provato a spiegarle che scrivo da alcuni anni e che c’è un blog che ne raccoglie molte e che se è intenzionata a farsi un’idea del mio lavoro… gentilmente, la signora gentile e interessata mi ferma e mi fa capire che quell’unica poesia è sufficiente ad offrirmi la possibilità di comparire in un’antologia poetica di prossima pubblicazione, naturalmente previo contributo in denaro da parte del sottoscritto. Sono rimasto ad ascoltare per mera educazione tutto il decalogo di opportunità di farsi strada nel mondo poetico che la suddetta antologia mi avrebbe garantito, tramite tutti i canali virtuali ad oggi disponibili. Ho ascoltato tutto fino all’ultima goccia e al termine mi è sfuggita un’osservazione non più bene educata che ha messo in imbarazzo la mia gentile e interessata interlocutrice: “bene, questo è il pacchetto, posso avere il tempo di riflettere?”. Al termine pacchetto la signora ha emesso un risolino nervoso: “ha mangiato la foglia” – deve aver pensato. Si tratta di decidere entro 24 ore.

Lo ammetto e chi mi segue su questo blog un po’ lo avrà capito, non sono il tipo da “24 ore”: amo seguire il movimento delle lumache, subito dopo una pioggia. La sera, tornato dal lavoro, ho preso il pc e ho scritto una breve email, in risposta al decalogo che nel frattempo mi era stato inviato come promemoria. Mi sono permesso di sottolineare come il contributo in denaro, non eccessivo, era comunque al di là delle mie possibilità. Ma fosse stata gratuita, l’offerta, mi avrebbe messo in grande difficoltà: decidere, sulla base della lettura di una poesia di soli quattro versi (ammettendo che l’abbiano letta, ma non mi faccio illusioni), con una tagliola di 24 ore, prendere o lasciare, di offrire la partecipazione ad una miscellanea poetica senza nemmeno essersi fatti un’idea minima di cosa ho da dire, tutto questo mi è sembrato assai discutibile.

La risposta, gentile e non più interessata, è stata lapidaria: “abbiamo un’esperienza ventennale, quindi raramente sbagliamo, e nel caso ci sbagliassimo saremmo pronti a ridare indietro il contributo già versato”.

Credo non vi sia bisogno di aggiungere altro.

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16 risposte a L’importante è partecipare

  1. poetella ha detto:

    no. Direi proprio di no…
    (Mi sa che quella casa editrice…la conosco!)
    (hihihihhi! Dev’essere la stessa che da due anni (!!!!) dicasi due! mi bombarda di inviti ai quali io neanche rispondo. Andassero ad acchiappar altri polli!)

    E poi… noi abbiamo il blog, no? Che ce frega???

  2. tramedipensieri ha detto:

    siam messi bene…. 😦

  3. labloggastorie ha detto:

    Se questa casa editrice fa questo giochetto (comprensivo dell’ultimatum) anche con i racconti credo di conoscerla…
    🙂

  4. Patrizia ha detto:

    Pure tu? La conosco…anch’io sì, lo ammetto. Spillasoldi, come ce ne sono tanti in giro, molti ci cascano.
    Io ormai ci ho rinunciato da un pezzo.
    Ciao 🙂

  5. fabi ha detto:

    stesse parole, ho chiesto di inviarmi la proposta e come dice Patrizia spillasoldi 🙂

  6. Penso chiamino proprio tuttitutti (conosco la telefonata e altri che come te, me, poetella, fabi ecc. sono stati contatti). Fu per me il primo ed ultimo concorso…

  7. SoloG. ha detto:

    Credo si tratti di un gas leggero leggero…😉

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